Non solo prezzo! Scopri se il depuratore d’acqua domestica che vuoi acquistare rispetta la normativa.

Non solo prezzo! Scopri se il depuratore d’acqua domestica che vuoi acquistare rispetta la normativa.

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In Italia da ormai oltre un decennio si registra un crescente aumento del consumo di acqua domestica ad uso alimentare. Il 73,7 % della popolazione italiana sceglie di bere l’acqua del rubinetto di casa, un’acqua a chilometro zero. Il trend è certamente positivo, perché si configura come un’alternativa valida all’acquisto di acqua in bottiglia e si traduce in risparmio economico e maggiore sensibilità verso le tematiche ambientali.

LA NORMATIVA VIGENTE SUL TRATTAMENTO DELLE ACQUE: DM 25/2012
I COSTI DEI SISTEMI DI TRATTAMENTO DELL’ACQUA DOMESTICA

Inoltre, tra gli italiani che prediligono l’acqua di casa, sono circa il 40% quelli che scelgono di trattarla affidandosi ad apparecchiature e sistemi specifici tra cui: metodi di microfiltrazione, addolcitori, impianti a osmosi inversa, caraffe e così via.

Il motivo principale nella scelta di un sistema di affinaggio è legato al miglioramento delle qualità organolettiche delle acque domestiche, che, lo ricordiamo, arrivano nelle case italiane sempre già potabili per legge.

Ma attenzione, non tutti i “depuratori di acqua domestici” – così chiamati erroneamente – garantiscono dei risultati sicuri. La qualità e la salubrità del risultato non dipendono dal prezzo di vendita. Piuttosto dal rispetto della normativa vigente sui sistemi di trattamento e affinaggio dell’acqua che, come accennato, vengono spesso erroneamente definiti depuratori da chi li commercializza

LA NORMATIVA VIGENTE SUL TRATTAMENTO DELLE ACQUE: DM 25/2012

Esiste una normativa che serve a garantire l’efficienza e il corretto funzionamento delle apparecchiature per il trattamento dell’acqua domestica. Una tutela per il consumatore e un vademecum per il venditore.

Il riferimento normativo in materia è rappresentato dal DM n. 25 del 23 marzo 2012, subentrato al posto al decreto ministeriale 443/90 e relativo al trattamento di tutte le acque acqua potabili destinate al consumo umano.

Ma che cosa dice il decreto? 

Il DM specifica come l’installazione degli impianti di affinaggio non debba peggiorare la qualità dell’acqua domestica rispetto alla qualità dell’acqua che viene fornita dalla rete idrica e arriva fino al contatore delle case. 

Potrebbe sembrare un controsenso ma, in realtà, l’acquisto di un sistema non certificato o la scelta di un tipo di trattamento errato possono effettivamente peggiorare la qualità dell’acqua di casa. 

A questo proposito, un esempio può riguardare la variazione della carica batterica. L’acqua della rete idrica solitamente è soggetta a quella che viene definita cloro-copertura, che serve a impedire la proliferazione batterica e lo sviluppo microbico. Poiché alcuni sistemi di trattamento dell’acqua comportano anche la rimozione del cloro (allo scopo di renderla più gradevole al consumo), è necessario che l’impianto compia tale operazione senza eccedere e pregiudicare così la “purezza batteriologica” dell’acqua.

Riguardo la normazione tecnica degli impianti, vi sono poi una serie di regole europee che definiscono i requisiti prestazionali, di sicurezza e messa in prova delle apparecchiature. A questi si somma la normativa che definisce gli standard di installazione, di verifica della funzionalità, di gestione della manutenzione e della riparazione degli apparecchi per il trattamento domestico dell’acqua.

È possibile visionare tutte queste normative, relative ai dispositivi di trattamento delle acque destinate al consumo umano, accedendo al sito salute.gov.it. Gli accorgimenti tecnici sono stati sviluppati con l’obiettivo di non far correre rischi agli utenti finali.

Da dove incominciare quindi? Un primo possibile riferimento può essere anche il sito dell’Associazione Aqua Italia, che rappresenta questo comparto in modo ufficiale in seno alla Federazione ANIMA di Confindustria.

I COSTI DEI SISTEMI DI TRATTAMENTO DELL’ACQUA DOMESTICA

I costi relativi ai sistemi di trattamento dell’acqua domestica possono variare a seconda delle seguenti caratteristiche:

  • Tipologia di trattamento: condizionamento fisico, dosaggio chimico, filtrazioni composite, osmosi inversa, disinfezione, addolcitori, sistemi di frigogasatura e caraffe filtranti.
  • Potenza dell’impianto: varia in base alla produzione oraria di acqua trattata. In commercio esistono diverse tipologie di apparecchiature, in grado di produrre dai 60 litri all’ora ai 120 litri. Talvolta più il valore è alto e più sale il costo dell’impianto.
  • Stato dell’acqua domestica e tipologia di risultato che si desidera ottenere.
  • Accordo contrattuale: se prevista o meno la manutenzione annuale e la garanzia prolungata nel tempo oltre a quella obbligatoria per legge.
  • Personalizzazione dell’installazione: in alcune case, per via della metratura ristretta, possono essere necessari dei piccoli interventi per adattare il sistema di affinaggio allo spazio utilizzabile.

Per ammortizzare le spese relative all’acquisto di sistemi di trattamento dell’acqua, la Legge di Bilancio 2021 ha introdotto un’importante agevolazione fiscale: il Bonus Acqua Potabile.

L’agevolazione consiste in un credito d’imposta che ricopre fino a un massimo del 50% delle spese sostenute dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2023 relative all’acquisto e l’installazione dei sistemi di trattamento e affinaggio dell’acqua domestica. Gestore del contributo è l’Agenzia delle Entrate, sotto monitoraggio Enea (Energia Nucleare Energie Alternative).

Il Bonus Acqua Potabile può essere richiesto da persone fisiche, soggetti esercenti ed enti non commerciali.

 

Lo sapevi che

Il 73%
degli Italiani

beve acqua
dal rubinetto

440litri
d’acqua consumata

al giorno da una
famiglia di 2 persone

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