La nostra acqua potabile è di eccellente qualità ed è sicura sia per gli usi domestici che per il consumo diretto. In tale contesto le norme europee, recepite a livello nazionale attraverso il Decreto Legislativo 23 febbraio 2023 n.18 e in attuazione della Direttiva UE 2020/2184, svolgono un ruolo chiave. Queste disposizioni, infatti, mirano a garantire che le acque potabili destinate al consumo umano rispettino standard sanitari e di qualità rigorosi.
In generale, quando parliamo di acque destinate al consumo umano, ci riferiamo a quelle distribuite attraverso le reti di approvvigionamento locale presenti in edifici pubblici e privati, quali uffici, bar, ristoranti, hotel e imprese alimentari.
In questo scenario, i sistemi di trattamento dell’acqua finalizzati a modificare le caratteristiche organolettiche o a controllarne specifiche proprietà, costituiscono una soluzione pratica per garantirsi una risorsa d’acquedotto in linea con le proprie necessità e gusti.
Basati su processi fisici e chimici, gli impianti domestici di trattamento e affinaggio acqua possono effettuare la filtrazione della risorsa idrica, regolarne la temperatura di erogazione, aggiungere effervescenza e persino ridurne la durezza. Naturalmente, per garantire la sicurezza e il corretto funzionamento di questi sistemi, esiste una normativa sul trattamento acqua che definisce i parametri da rispettare e le indicazioni da seguire.
NORMATIVE E LINEE GUIDA PER IL TRATTAMENTO DELL’ACQUA POTABILE IN ITALIA
I TRATTAMENTI DELL’ACQUA POTABILE SONO NECESSARI? ECCO COSA DICE LA NORMATIVA
NORMATIVE E LINEE GUIDA PER IL TRATTAMENTO DELL’ACQUA POTABILE IN ITALIA
Negli ultimi anni, l’Italia ha assistito a una crescente diffusione dei sistemi di trattamento dell’acqua destinata al consumo umano. Perciò con il Decreto Ministeriale (D.M.) 25/2012 sono state introdotte precise regolamentazioni e prescrizioni tecniche. Queste disposizioni mirano, da un lato, a garantire che tali trattamenti non compromettano la qualità sanitaria dell’acqua e, dall’altro, a fornire informazioni utili ai consumatori.
Attualmente, esistono due categorie di trattamenti:
- Point-of-Entry (POE): coinvolge l’intero sistema idrico all’interno degli edifici;
- Point-of-Use (POU): focalizzato su un singolo rubinetto o prese multiple.
Certo, la scelta del sistema di trattamento dell’acqua migliore può risultare complessa. Pertanto, è fondamentale rivolgersi ad aziende specializzate in grado supportare e guidare i consumatori verso la soluzione più adatta.
Che tu sia un privato cittadino o un esercente, se hai bisogno di un punto di riferimento affidabile nel settore, puoi rivolgerti all’Associazione Aqua Italia.
Aqua Italia federata ANIMA (Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia e Affine) rappresenta in Confindustria le imprese costruttrici di impianti, apparecchiature, accessori, componenti prodotti chimici per il trattamento delle acque potabili per uso civile, industriale e per piscine.
Un ulteriore supporto arriva dal Ministero della Salute che, in collaborazione con l’Istituto Superiore della Sanità, ha sviluppato delle linee guida conformi al D.M. 25/2012. Questo documento rappresenta uno strumento prezioso per i consumatori che desiderano comprendere la normativa sul trattamento dell’acqua, ottenere indicazioni chiare sulle responsabilità dei produttori/distributori degli impianti e compiere acquisti più consapevoli.
Nelle linee guida, ad esempio, vengono fornite informazioni dettagliate su:
- tutti i sistemi di trattamento nazionali per le acque destinate al consumo umano, inclusi quelli utilizzati in ambito domestico, negli esercizi pubblici e negli spazi pubblici (come i chioschi dell’acqua);
- l’ambito d’impiego, specificando che i diversi sistemi non hanno uno scopo sanitario, ma mirano a modificare le caratteristiche organolettiche/fisiche dell’acqua già potabile;
- le corrette modalità di utilizzo, d’installazione e manutenzione dei vari prodotti.
I TRATTAMENTI DELL’ACQUA POTABILE SONO NECESSARI? ECCO COSA DICE LA NORMATIVA
La decisione di trattare l’acqua potabile a casa propria, per migliorarne le caratteristiche organolettiche, installando ad esempio filtri compositi o frigogasatori, rimane una scelta libera del consumatore. Tuttavia, il discorso cambia quando si considera l’implementazione di sistemi per ottimizzare la resa degli impianti idrotermosanitari.
Gli impianti di termici e le caldaie, in particolare, sono soggetti a problematiche come depositi e incrostazioni calcaree, che possono provocare un aumento dei consumi, la riduzione della vita degli impianti, il deterioramento delle condizioni igieniche e la diminuzione della loro resa complessiva.
In questo contesto, la normativa trattamento acqua UNI 8065/2019 fornisce le linee guida per il trattamento delle acque utilizzate in impianti di climatizzazione, produzione di acqua calda sanitaria fino e per gli impianti solari termici. Tuttavia, è importante notare che la norma è una guida tecnica e non ha forza di legge.
Esistono invece dei decreti legislativi che introducono gli obblighi legali relativi alla norma menzionata, al fine di mantenere la durezza dell’acqua potabile al di sotto dei 15 gradi francesi. Ciò mira a contenere i consumi energetici e a ridurre l’impatto ambientale.
Parliamo dei seguenti D.P.R (Decreto del Presidente della Repubblica):
- 412/93: specifica l’obbligo di trattare l’acqua negli impianti termici di nuova installazione con una potenza superiore o uguale a 350 kW.
59/09: estende l’obbligo di trattare l’acqua anche a impianti con potenza inferiore a 350 kW, nei seguenti casi: nuova costruzione, ristrutturazione di impianti in edifici esistenti, sostituzione di generatori di calore.