Come si misurano i sali minerali nell’acqua?

Come si misurano i sali minerali nell’acqua?

misurazione sali minerali

L’acqua che consumiamo ogni giorno è anche una fonte di sali minerali, sostanze essenziali che contribuiscono al nostro benessere quotidiano. Quando si parla di “sali minerali nell’acqua”, spesso non si considera che questi microelementi influenzano sia le sue caratteristiche organolettiche (come il sapore e l’odore), sia le sue caratteristiche fisiche, determinando, ad esempio, quella che viene chiamata durezza” dell’acqua.

L’acqua, quindi, non è tutta uguale: può essere leggera o ricca, avere un sapore più neutro o più marcato, essere più dolce o più dura. Tutto ciò dipende dalla presenza e dalla quantità di sali minerali in essa disciolti.

Anche l’acqua potabile dell’acquedotto che arriva nelle nostre case — la cui qualità è rigorosamente controllata e garantita per legge — può presentare caratteristiche diverse, a seconda della sua origine e della composizione minerale.

Conoscere questa composizione permette di valutare il residuo fisso dell’acqua. Comprendere il residuo fisso può essere utile per valutare le caratteristiche del rifornimento idrico domestico e, se necessario, trattarlo per ottenere le caratteristiche desiderate. Di seguito, vedremo quindi come si può effettuare la misurazione dei sali minerali nell’acqua.

ACQUA POTABILE: COME MISURARE I SALI MINERALI
TIPOLOGIE DI ACQUA IN BASE AI SALI MINERALI E QUALITÀ DELL’ACQUA DI ACQUEDOTTO

ACQUA POTABILE: COME MISURARE I SALI MINERALI

Per effettuare la misurazione dei sali minerali e, di conseguenza, conoscere il residuo fisso dell’acqua, i laboratori specializzati impiegano diversi metodi, scelti in base al livello di precisione desiderato. Il residuo fisso fornisce una stima complessiva della quantità di solidi disciolti, ma non distingue tra le diverse sostanze presenti.

Per conoscere nel dettaglio la composizione dell’acqua domestica e identificare i singoli componenti, dunque, si utilizzano specifiche tecniche di laboratorio. Tra le più comuni troviamo:

  • Spettrometria di assorbimento atomico (AAS): consente di identificare e quantificare i singoli ioni metallici presenti nell’acqua, come calcio, magnesio, sodio e potassio. 
  • Cromatografia ionica (IC): separa e rileva gli ioni in base alla loro carica elettrica, permettendo l’analisi di anioni e cationi come cloruri, nitrati e solfati. 
  • Titolazioni chimiche: utilizzate in particolare per determinare la quantità di calcio e magnesio, responsabili della durezza dell’acqua. 

Invero, non esiste un’unica analisi che fornisca tutti i dati in un solo passaggio. La composizione del rifornimento idrico viene determinato attraverso una serie di test specifici, spesso raccolti in pacchetti di analisi completi che includono i principali parametri richiesti per legge.

Per un uso più pratico e immediato, ma meno preciso, esistono anche kit per uso domestico e misuratori digitali portatili come i TDS meter, che offrono una stima generale della quantità totale di solidi disciolti (Total Dissolved Solids).

Tuttavia, per ottenere una misurazione dei sali minerali accurata e una valutazione approfondita delle caratteristiche dell’acqua di casa è sempre consigliabile affidarsi a professionisti qualificati, come le aziende affiliate all’Associazione Aqua Italia, in seno ad ANIMA Confindustria.

TIPOLOGIE DI ACQUA IN BASE AI SALI MINERALI E QUALITÀ DELL’ACQUA DI ACQUEDOTTO

Grazie alla quantità e alla tipologia di sali minerali disciolti, le acque possono assumere caratteristiche diverse. In particolare, vengono classificate in base al residuo fisso. Questo parametro consente di definire le seguenti categorie:

  • Minimamente mineralizzate: residuo fisso inferiore a 50 mg/L
  • Oligominerali: tra 50 e 500 mg/L
  • Minerali: tra 500 e 1500 mg/L
  • Ricche di sali minerali: oltre 1500 mg/L

In Italia, l’acqua dell’acquedotto è di elevata qualità, sottoposta a rigorosi controlli sanitari e conforme alle normative vigenti, come il D.lgs. 23 febbraio 2023, n. 18 che recepisce la direttiva (UE) 2020/2184. Bere l’acqua del rubinetto è quindi sicuro, economico e sostenibile, motivo per cui sempre più persone la preferiscono a quella in bottiglia.

Tuttavia, specifiche caratteristiche organolettiche o fisiche dell’approvvigionamento idrico — come la durezza o la presenza di particelle in sospensione o un alto contenuto di sali disciolti — pur non compromettendone la sicurezza, possono richiedere un miglioramento.

La misurazione dei sali minerali, dunque, può essere utile ai consumatori non solo per conoscere la composizione dell’acqua, ma anche per valutare l’eventuale installazione di impianti di affinaggio come osmosi inversa, addolcitori o gasatori domestici, che permettono di personalizzare e ottimizzare il proprio rifornimento in base a specifiche esigenze, sia in ambienti privati che pubblici.

Lo sapevi che

Il 73%
degli Italiani

beve acqua
dal rubinetto

440litri
d’acqua consumata

al giorno da una
famiglia di 2 persone

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