Puoi fidarti dell’acqua trattata al ristorante? Tutto quello che c’è da sapere

Puoi fidarti dell’acqua trattata al ristorante? Tutto quello che c’è da sapere

Acqua sfusa al ristorante

Sono sempre di più gli operatori del settore Ho.Re.Ca (acronimo di Hotellerie-Restaurant-Café) che hanno scelto di utilizzare l’acqua del rubinetto trattata come alternativa all’acqua minerale in bottiglia.

ACQUA TRATTATA PER L’HO.RE.CA: I REQUISITI DI QUALITÀ E SICUREZZA A TUTELA DEI CONSUMATORI
ACQUA TRATTATA NEI MENÙ DEI RISTORANTI: UNA SCELTA VANTAGGIOSA, SICURA ED ECOSOSTENIBILE

Alla domanda “ci si può fidare dell’acqua trattata al ristorante?” è quindi importante rispondere in maniera chiara ed esaustiva, per aiutare il cittadino a dissipare tutti quei dubbi che gli impediscono di consumare serenamente l’acqua comunale dentro e fuori casa.

Nel nostro Paese l’acqua del rubinetto è sempre potabile per legge e viene sottoposta a rigorosi controlli di qualità. Il Ministero della Salute stabilisce i parametri di qualità dell’acqua potabile e le normative igieniche che i gestori dei sistemi idrici devono rispettare. Inoltre, le autorità locali e regionali sono responsabili dell’attuazione di queste normative e della sorveglianza degli impianti di competenza.

Dunque l‘acqua che sgorga dai rubinetti italiani è di alta qualità e sicura da bere, fermo restando che è responsabilità del proprietario dell’immobile garantire la salubrità delle condutture che la conducono fino al punto d’uso dal contatore in avanti.

Non fa eccezione l’acqua del rubinetto dei ristoranti, potabile e definita “trattata” perché sottoposta a una serie di processi atti a migliorarne le caratteristiche organolettiche per adeguarla ai gusti dei consumatori (acqua fresca, liscia o frizzante).

ACQUA TRATTATA PER L’HO.RE.CA: I REQUISITI DI QUALITÀ E SICUREZZA A TUTELA DEI CONSUMATORI

Esistono molte soluzioni che i ristoratori possono utilizzare per trattare l’acqua del rubinetto: caraffe filtranti, sistemi di frigogasatura, filtrazione composita, osmosi inversa e così via. Qualunque sia l’impianto di trattamento o affinaggio scelto, la cosa importante è che ogni operatore Ho.Re.Ca rispetti i requisiti di qualità e sicurezza indicati nella normativa cogente, come:

  • Trasparenza e chiarezza nei confronti del consumatore;
  • Sicurezza delle acque destinate al consumo umano;
  • Sicurezza del materiale di fabbricazione dell’impianto che viene a contatto con l’acqua destinata al consumo;
  • Garanzia che l’acqua usata a fini alimentari non comprometta in nessun modo il prodotto alimentare finale.

Questi requisiti tutelano il consumatore stabilendo criteri igienici e regole di comunicazione precise,  che tutti i ristoratori devono adottare quando servono acqua trattata all’interno della propria attività.

La cosiddetta “filiera della responsabilità”, però, non si ferma solo al ristoratore. Questa comprende tutti gli attori che partecipano al servizio e al consumo dell’acqua trattata, ovvero:

  • Il produttore dell’impianto di trattamento, il quale deve immettere sul mercato un prodotto certificato e interamente conforme ai Decreti Ministeriali 174/2004 – 25/2021. Deve inoltre consegnare all’esercente tutte le informazioni sul sistema di trattamento installato (caratteristiche e funzionamento, raccomandazioni di installazione e manutenzione, garanzia delle prestazioni).
  • Il ristoratore, che deve gestire correttamente il sistema di trattamento dell’acqua (controllo, pulizia e manutenzione ordinaria da inserire nel proprio piano HACCP) e informare la clientela riguardo alle caratteristiche dell’acqua offerta a tavola tramite la modalità che ritiene più opportuna (menù, etichetta sulla bottiglia).
  • Il consumatore, il quale, a tutela personale, può richiedere informazioni sulla qualità dell’acqua che andrà a bere e sul sistema di trattamento utilizzato.

I ristoratori che scelgono di proporre l’acqua trattata nei menù non solo aiutano a diffondere la cultura della sostenibilità delle risorse idriche, ma possono beneficiare di alcuni oggettivi vantaggi.

L’acqua trattata, infatti, è sia buona da bere che utile per migliorare l’economia della struttura commerciale. Ad esempio, installando un sistema di addolcimento anche alla caldaia è possibile eliminare l’annoso problema delle incrostazioni calcaree, garantendo la longevità delle attrezzature elettriche professionali e riducendo il dispendio energetico.

In linea generale, scegliere di sostituire l’acqua minerale in bottiglia con quella trattata apporta benefici e vantaggi per clienti ed esercenti, in termini di:

  • Qualità–> l’acqua trattata o affinata è altrettanto garantita dai controlli operati sugli acquedotti e dalle tecnologie dei sistemi di filtrazione al punto d’uso. Non ha nulla da invidiare alla sua “parente in bottiglia”.
  • Igiene–> gli erogatori di acqua affinata sono dotati di trattamenti di disinfezione. A questo proposito è importante rispettare i protocolli di igiene e manutenzione.
  • Gusto–> grazie agli impianti di trattamento è possibile scegliere tra acqua refrigerata, a temperatura ambiente, calda, naturale, frizzante o leggermente frizzante.
  • Sostenibilità–> in un anno, un ristorante da 50 coperti che elimina la plastica può ridurre il consumo di bottiglie pari a 18.000 unità che equivalgono a 540 kg di PET e 1880 kg di CO2 (dovuti al trasporto su gomma).
  • Economia–> un ristorante da 50 coperti che elimina la plastica a favore dell’acqua affinata, può risparmiare fino a 3.000 € all’anno.

Praticità–> grazie ai sistemi di trattamento è possibile ottimizzare gli spazi, ad esempio, eliminando lo stoccaggio dell’acqua nel magazzino.

Lo sapevi che

Il 73%
degli Italiani

beve acqua
dal rubinetto

440litri
d’acqua consumata

al giorno da una
famiglia di 2 persone

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