Cos’è il residuo fisso dell’acqua?

Cos’è il residuo fisso dell’acqua?

Il termine “acque leggere” o “acque pesanti” che spesso sentiamo pronunciare in ambiti commerciali, fa riferimento a un parametro ben preciso chiamato residuo fisso. Questo valore, presente in ogni sorso d’acqua che beviamo, sia essa del rubinetto o in bottiglia, è determinato dalla quantità di minerali disciolti all’interno di una data risorsa idrica.

Ma cos’è esattamente il residuo fisso dell’acqua? Perché è importante conoscerlo e come viene calcolato? Scopriamolo insieme.

ACQUA E RESIDUO FISSO
CALCOLO DEL RESIDUO FISSO E CLASSIFICAZIONE DELL’ACQUA
PERCHÉ È UTILE CONOSCERE IL RESIDUO FISSO DELL’ACQUA?

ACQUA E RESIDUO FISSO

Come accennato, il residuo fisso rappresenta la quantità di solidi disciolti in un litro di acqua dolce. Questi solidi includono vari sali minerali come calcio, magnesio, sodio, potassio e bicarbonati che si accumulano nell’acqua durante il suo passaggio attraverso il suolo e le rocce. Si tratta di un processo che può durare secoli e che determina la composizione minerale di ogni risorsa idrica.

Il residuo fisso dell’acqua viene misurato in milligrammi per litro (mg/L). Questo valore può variare notevolmente a seconda della fonte dell’acqua e del territorio da cui proviene.

Acque con un alto residuo fisso sono generalmente più ricche di minerali, i quali conferiscono un gusto più deciso all’acqua. Quelle con un basso residuo fisso, invece, contengono meno minerali disciolti risultando più leggere e delicate al palato.

CALCOLO DEL RESIDUO FISSO E CLASSIFICAZIONE DELL’ACQUA

Il calcolo del residuo fisso dell’acqua si basa sull’analisi di un campione d’acqua, solitamente pari a un litro. Questo campione viene inizialmente filtrato per rimuovere eventuali sospensioni solide. Successivamente, l’acqua viene riscaldata gradualmente fino a 180°C, ovvero fino all’evaporazione completa. Quando l’acqua evapora lascia residui di minerali disciolti. Il peso del residuo rimanente viene quindi misurato e questo rappresenta il residuo fisso.

In base a questa procedura, le acque vengono poi classificate in:

    • Minimamente mineralizzate: residuo fisso minore di 50 mg/L, sono considerate leggere e possono essere indicate per diete povere di sodio.
    • Oligominerali: residuo fisso compreso tra 50 e 500 mg/L, forniscono un buon equilibrio di minerali necessari per il corpo.
    • Minerali: residuo fisso tra 500 e 1500 mg/L, possono avere benefici sulla salute a seconda dei minerali predominanti.
  • Ricche di sali minerali: residuo fisso maggiore a 1500 mg/L, possono essere utilizzate per scopi terapeutici.

Per conoscere il valore del residuo fisso di un’acqua in bottiglia, basta controllare l’etichetta del prodotto. Per quella del rubinetto, invece, i valori possono variare da città a città, ma è possibile trovare le tabelle con i dati di riferimento sul sito dei Gestori idrici o sulla bolletta dell’acqua.

PERCHÉ È UTILE CONOSCERE IL RESIDUO FISSO DELL’ACQUA?

onoscere il residuo fisso dell’acqua è utile per determinare se un’acqua è più o meno ricca di sali, fattore che ne condiziona le caratteristiche organolettiche. Alcuni consumatori preferiscono acque con un residuo fisso elevato per il loro gusto più “ricco” e “pieno”, mentre altri preferiscono acque con un residuo fisso basso per il sapore più neutro.

Ma il residuo fisso alto fa male alla salute?

In generale, il residuo fisso dell’acqua non rappresenta un rischio per la salute in quanto è composto principalmente da sali minerali essenziali e non contiene sostanze nocive.

Non a caso, la normativa italiana Dlgs 18/2023 stabilisce un valore massimo consigliato di 1500 mg/L per le acque destinate al consumo umano, ma non impone limiti specifici. Per le acque in bottiglia, addirittura, il residuo fisso è un parametro che ne definisce le caratteristiche essenziali e non prevede limiti legislativi.

Quindi, per una persona sana, non ci sono particolari problemi a consumare un’acqua con un residuo fisso alto: la scelta dipende dalle preferenze personali. Tuttavia, vi sono situazioni specifiche in cui è consigliabile optare per acque con un determinato residuo fisso, ad esempio per pazienti con condizioni mediche che richiedono un monitoraggio preciso dell’assunzione di certi minerali.

Per chi desiderasse ridurre il residuo fisso nell’acqua di casa, è possibile optare per l’installazione a livello domestico di specifici sistemi di trattamento dell’acqua potabile, come quelli a osmosi inversa, che consentono la produzione di acqua a bassa salinità l’affinamento della risorsa idrica mediante filtrazione e rimozione di eventuali sostanze indesiderate.

Per ulteriori informazioni sugli impianti di trattamento dell’acqua potabile è possibile consultare il sito dell’ Associazione Aqua Italia (in seno ad ANIMA di Confindustria).

Lo sapevi che

Il 73%
degli Italiani

beve acqua
dal rubinetto

440litri
d’acqua consumata

al giorno da una
famiglia di 2 persone

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