L’acqua del rubinetto è spesso al centro di miti e preoccupazioni riguardanti la salute, uno dei più comuni è che essa possa favorire la formazione di calcoli renali. Queste affermazioni, purtroppo, portano molti a preferire il consumo di acqua in bottiglia tendenzialmente a bassissimo residuo fisso, nella convinzione che sia l’unico modo per proteggere i propri reni.
Ma è davvero così? In questo articolo, cercheremo di sfatare i falsi miti sull’acqua di casa e i calcoli renali, analizzando le cause reali di questa patologia e fornendo un quadro generale per chiarire l’argomento e rassicurare i lettori.
CALCOLI RENALI: COSA SONO E COME SI FORMANO
ACQUA DI CASA E CALCOLI RENALI: SFATIAMO I FALSI MITI
COME RIDURRE LA DUREZZA DELL’ACQUA DI CASA PER GUSTO E NECESSITÀ DOMESTICHE
CALCOLI RENALI: COSA SONO E COME SI FORMANO
I calcoli renali sono piccoli depositi duri che si formano nei reni a causa di una combinazione di fattori. Questi depositi sono composti principalmente da sali minerali e acido urico, e si formano quando l’urina diventa troppo concentrata, favorendo la cristallizzazione e l’aggregazione di queste sostanze. I calcoli possono essere di vari tipi, ma i più comuni sono quelli a base di ossalato di calcio, fosfato di calcio, acido urico e struvite.
Le cause della formazione dei calcoli renali sono molteplici e possono includere:
- Disidratazione: una scarsa assunzione di liquidi porta a una minore produzione di urina, che diventa più concentrata e facilita la formazione di calcoli;
- Dieta: un’alimentazione ricca di proteine animali, sodio e zuccheri può aumentare il rischio di calcoli renali;
- Predisposizione genetica: alcune persone hanno una predisposizione genetica alla patologia. I Fattori ereditari possono influenzare il metabolismo del calcio, dell’ossalato e dell’acido urico, aumentando il rischio di sviluppare questa patologia .
- Altre condizioni mediche: disturbi come l’iperparatiroidismo, le infezioni del tratto urinario e alcune malattie metaboliche possono aumentare il rischio di sviluppare calcoli.
Tra le cause principali, dunque, non figura la tipologia di acqua consumata. Allora perché la convinzione che l’acqua del rubinetto, soprattutto se calcarea, possa causare calcoli renali è ancora diffusa tra alcuni consumatori?
ACQUA DI CASA E CALCOLI RENALI: SFATIAMO I FALSI MITI
Uno dei miti più diffusi è che l’acqua del rubinetto, specialmente se calcarea, possa causare la formazione di calcoli renali. Questa convinzione è basata sull’idea che un’elevata concentrazione di calcio nell’acqua possa tradursi in un accumulo di calcio nei reni.
Tuttavia, numerosi studi scientifici hanno dimostrato che questa correlazione non esiste. Il calcio presente nell’acqua di casa è in forma di sali di calcio, che sono facilmente assorbiti e utilizzati dal corpo senza aumentare il rischio di calcoli.
Anzi, il calcio alimentare, compreso quello presente nell’acqua potabile, può avere un effetto protettivo. Assumere calcio tramite la dieta aiuta a legare gli ossalati nel tratto intestinale, riducendo l’assorbimento di ossalato e, quindi, il rischio di calcoli.
Inoltre, l’abitudine diffusa di preferire acque minerali leggere o oligominerali per prevenire i calcoli non è supportata da evidenze scientifiche. È importante chiarire che il consumo di acque con un basso residuo fisso può comunque essere raccomandato per chi soffre già di calcoli renali, poiché questo tipo di acqua è più facile da filtrare per i reni già sotto sforzo.
Pertanto, è possibile affermare che consumare l’acqua di casa non aumenta il rischio di sviluppare calcoli renali.
COME RIDURRE LA DUREZZA DELL’ACQUA DI CASA PER GUSTO E NECESSITÀ DOMESTICHE
Alla luce di quello detto finora, dunque, non c’è ragione di temere l’acqua del rubinetto. Essa non solo non provoca calcoli renali, ma è una risorsa sicura e controllata.
Tuttavia, sebbene l’acqua calcarea non sia dannosa per la salute, talvolta può presentare delle caratteristiche organolettiche meno gradevoli e soprattutto causare problemi pratici, come l’accumulo di calcare negli elettrodomestici.
Dunque, per chi desiderasse ridurre la durezza dell’acqua di casa, oggi esistono diverse soluzioni di trattamento dell’acqua potabile. Ad esempio si può optare per addolcitori d’acqua, impianti di osmosi inversa o filtri specifici che riducono la concentrazione di calcio e magnesio nell’acqua.
Qualora si fosse interessati a esplorare tutte le opzioni disponibili e personalizzare il proprio approvvigionamento, è possibile rivolgersi a professionisti nel settore del trattamento e affinamento dell’acqua potabile. Un buon punto di partenza per chi non sa a chi rivolgersi è il sito dell’Associazione Aqua Italia, che fornisce informazioni utili e una lista di professionisti associati, in grado di offrire soluzioni personalizzate per ogni esigenza.