Cosa si intende veramente per acqua dolce?

Cosa si intende veramente per acqua dolce?

Acqua dolce

Quando si parla di acqua dolce, il pensiero corre subito alle risorse naturali: ruscelli, laghi, fiumi e falde acquifere sotterranee. È da queste fonti che proviene la maggior parte dell’acqua utilizzata per il rifornimento idrico pubblico.

Tuttavia nel linguaggio quotidiano, soprattutto in ambito domestico, il termine può assumere un significato più specifico e spesso meno intuitivo.

In questo articolo faremo chiarezza su cosa si intende per acqua dolce potabile, ne analizzeremo le principali caratteristiche e vedremo come, in presenza di durezza, sia possibile intervenire grazie a dei sistemi di trattamento mirati.

CHE COS’È L’ACQUA DOLCE? DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE
COME RENDERE “PIÙ DOLCE” L’ACQUA POTABILE

CHE COS’È L’ACQUA DOLCE? DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE

Nonostante l’acqua ricopra la maggior parte della superficie terrestre, solo una minima parte è dolce, e una frazione ancora più ridotta è realmente accessibile e utilizzabile dall’uomo per le attività quotidiane.

In idrologia, l’acqua dolce è una risorsa naturale caratterizzata da una bassa concentrazione di sali disciolti, generalmente inferiore a 1.000 mg per litro. A differenza dell’acqua salata presente nei mari e negli oceani, quella dolce si trova in fiumi, laghi, falde sotterranee e comprende anche l’acqua piovana.

Tra le principali caratteristiche dell’acqua dolce, quindi, rientrano:

  • Bassa salinità: presenta una quantità ridotta di sali minerali rispetto all’acqua marina.
  • PH tendenzialmente neutro: il livello di acidità si aggira intorno al valore neutro (pH 7), anche se può variare in base al contesto ambientale.
  • Durezza variabile: la durezza dell’acqua dipende dalla quantità di sali di calcio e magnesio disciolti, responsabili della formazione del calcare.

Proprio la durezza è spesso causa di confusione: un’acqua definita “dolce” in senso chimico (per la bassa salinità) può comunque avere una durezza medio-elevata, contribuendo alla formazione di calcare. Per questo motivo, in ambito domestico, quando si parla di acqua dolce potabile, si fa generalmente riferimento a un’acqua non solo povera di sali, ma anche con una durezza contenuta, che non causa incrostazioni e risulta più adatta all’uso quotidiano.

Ricordiamo, infine, che l’acqua dolce distribuita dagli acquedotti italiani è controllata, sicura e potabile. Tuttavia, in base alle caratteristiche originarie della risorsa idrica da cui si attinge la sua durezza può variare sensibilmente da zona a zona.

COME RENDERE “PIÙ DOLCE” L’ACQUA POTABILE

Secondo il D.Lgs. 18/2023, che recepisce la Direttiva Europea sull’acqua potabile, la durezza non è soggetta a un limite massimo obbligatorio, ma è considerata un parametro indicativo. A questo proposito, viene considerato ottimale un valore compreso tra 15 e 50 °F.

È importante ricordare che, come indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la durezza dell’acqua non rappresenta un rischio per la salute umana. Tuttavia, può comportare alcuni inconvenienti pratici nella vita quotidiana:

  • Formazione di calcare su rubinetti, pentole e resistenze elettriche.
  • Riduzione della durata di lavatrici, caldaie e bollitori.
  • Aumento dei consumi energetici, a causa delle incrostazioni che riducono l’efficienza degli impianti.
  • Irritazioni cutanee o secchezza dei capelli, soprattutto nei soggetti più sensibili.

Per questi motivi, in ambito domestico si può ricorrere a sistemi di trattamento dell’acqua potabile, progettati per ridurne la durezza. A questo proposito, tra le soluzioni più utilizzate per ottenere un’acqua più dolce e meno dura, si possono citare:

  • Addolcitori: sono tra i sistemi più diffusi. Riducono la durezza scambiando gli ioni di calcio e magnesio con ioni di sodio, rendendo così l’acqua dolce. Vengono generalmente installati all’ingresso dell’abitazione, trattando tutto il rifornimento distribuito in casa.
  • Condizionamento fisico dell’acqua: integrati direttamente nelle tubature, questi impianti modificano la struttura dei cristalli di calcare, riducendone la capacità di aderire alle superfici. Proteggono così gli impianti idraulici e termici dalle incrostazioni.
  • Filtrazione con dosaggio di anticorrosivi alimentari: sono sistemi che combinano una filtrazione meccanica con l’aggiunta di sostanze dosate in modo sicuro, in grado di svolgere un’azione antincrostante e anticorrosiva. Indicati soprattutto per impianti datati o esposti ad acqua con elevata durezza.

Per chi desidera approfondire le diverse soluzioni disponibili sul mercato, è possibile consultare il sito dell’Associazione Aqua Italia, punto di riferimento nazionale che da oltre quarant’anni riunisce aziende e professionisti specializzati nel trattamento dell’acqua potabile per uso civile e industriale.

 

Lo sapevi che

Il 73%
degli Italiani

beve acqua
dal rubinetto

440litri
d’acqua consumata

al giorno da una
famiglia di 2 persone

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