L’acqua che utilizziamo ogni giorno per bere, cucinare e lavarci è un bene prezioso e fondamentale per la nostra salute. È quindi naturale chiedersi quale sia la sua reale qualità, se possa contenere batteri o altri microrganismi indesiderati e, nel caso, quali siano le migliori strategie per difendersi.
In questo articolo andremo a conoscere meglio l’acqua che arriva nelle nostre case per sfatare falsi miti, capire le possibili cause di eventuali batteri nell’acqua domestica e scoprire, se necessario, come intervenire in modo efficace.
BATTERI E QUALITÀ DELL’ACQUA DOMESTICA
COME DIFENDERSI DAI BATTERI NELL’ACQUA DI CASA
BATTERI E QUALITÀ DELL’ACQUA DOMESTICA
In Italia, l’acqua potabile distribuita dagli acquedotti è soggetta a controlli severi e costanti.
La normativa di riferimento principale è il Decreto Legislativo 18/2023, che recepisce la Direttiva Europea 2020/2184. Questa legge stabilisce parametri molto restrittivi per la qualità dell’acqua destinata al consumo umano, garantendone la qualità e sicurezza fino al punto di consegna, ossia il contatore dell’immobile.
Gli acquedotti devono, in aggiunta, effettuare analisi regolari su campioni prelevati in diversi punti della rete, controllando sia parametri microbiologici, chimici che precisi indicatori. In altre parole, fino al contatore, il rifornimento idrico è sicuro e conforme agli standard di legge.
Perché allora possono esserci batteri nell’acqua che sgorga dal rubinetto?
La risposta, nella maggior parte dei casi, sta nel tratto di rete privato, quello che va dal contatore fino al punto d’uso, cioè rubinetti, docce o elettrodomestici. In questo segmento, la responsabilità della qualità dell’acqua passa al proprietario o all’amministratore dello stabile. Tubature vecchie, serbatoi di accumulo, autoclavi poco manutenuti o periodi di stagnazione possono favorire lo sviluppo di batteri nell’acqua domestica.
Un discorso a parte riguarda le abitazioni non collegate all’acquedotto pubblico, ma rifornite da pozzi privati direttamente collegati a falde sotterranee. In assenza di adeguati trattamenti di potabilizzazione e disinfezione, quest’acqua potrebbe non essere idonea al consumo umano né all’uso igienico, esponendo a rischi che vanno ben oltre la semplice presenza di batteri.
COME DIFENDERSI DAI BATTERI NELL’ACQUA DI CASA
Il primo passo per proteggersi è conoscere la qualità dell’acqua che utilizziamo. Per eliminare ogni dubbio, è possibile richiedere un’analisi idrica a laboratori accreditati o aziende specializzate, che prelevano campioni e verificano la presenza di batteri e altri contaminanti.
Se le analisi dovessero confermare la presenza di batteri nell’acqua domestica fornita dall’acquedotto, molto probabilmente il problema non riguarderà la rete pubblica – costantemente monitorata – ma un tratto dell’impianto privato. In questo caso, è importante individuare la causa e valutare l’adozione di sistemi di trattamento mirati, tra i quali si possono citare:
- Condizionamento fisico: modifica alcune condizioni dell’acqua in modo da rendere l’ambiente meno favorevole alla sopravvivenza dei microrganismi.
- Dosaggio controllato di prodotti sanitizzanti: rilasciano in maniera calibrata agenti disinfettanti che contribuiscono a ridurre la presenza batterica e a prevenirne la ricomparsa.
- Microfiltrazione e ultrafiltrazione: sistemi che utilizzano membrane con gradi diversi di porosità per trattenere parte dei batteri e altri microrganismi presenti nell’acqua.
- Lampade a raggi UV: sfruttano la luce ultravioletta per danneggiare il DNA dei batteri e limitarne la capacità di proliferare.
- Osmosi inversa: impianti che filtrano l’acqua attraverso membrane semipermeabili, trattenendo microrganismi e varie sostanze indesiderate.
Diverso è invece il caso delle abitazioni che utilizzano pozzi privati. In queste situazioni, dopo l’analisi, l’azienda incaricata rilascia un report che certifica se l’acqua rispetta o meno i parametri di potabilità stabiliti dalla normativa. Qualora l’esito fosse negativo, sarà necessario adottare interventi specifici di potabilizzazione, oltre a sistemi adeguati per ridurre i batteri nell’acqua domestica, così da renderla conforme agli standard di sicurezza.
È bene sottolineare che i sistemi di trattamento domestico sopra citati possono migliorare le caratteristiche organolettiche e fisiche di un’acqua già potabile – rendendola più gradevole e sicura all’uso quotidiano – ma non possono trasformare in potabile un’acqua che non lo è.
In ogni circostanza, per garantire interventi sicuri, mirati e duraturi, è consigliabile rivolgersi ad aziende e professionisti qualificati del settore. Un valido punto di riferimento, in tale senso, è rappresentato dai professionisti e dalle aziende aderenti all’Associazione Aqua Italia.