Bere acqua dal rubinetto del bagno: è una buona idea?

Bere acqua dal rubinetto del bagno: è una buona idea?

bere acqua dal rubinetto del bagno

Nonostante gli italiani siano ancora tra i più grandi consumatori al mondo di acqua minerale in bottiglia – con 200 litri pro capite consumati all’anno contro una media europea di 118 litri – negli ultimi anni si sta registrando un cambiamento in positivo.

Tale cambiamento vede il crescente consumo di acqua a KM 0 (quella dell’acquedotto) sia a casa che fuori casa, a prescindere dal fatto che questa venga trattata o meno. Del resto, l’acqua che arriva fino alle abitazioni (così come nei ristoranti, bar e aree ristoro) è sicura e potabile per legge. A garantirlo è infatti la direttiva UE 2020/2184.

Eppure, c’è chi si chiede se tutta l’acqua che sgorga dai nostri rubinetti sia buona. Ad esempio, esistono differenze tra l’acqua del rubinetto della cucina e quella del bagno? All’apparenza no. Infatti, premettendo che gli utenti abbiano verificato che dal contatore al punto d’uso non sussistano problemi interni alle tubature, l’acqua del rubinetto del bagno è buona come quella del lavello della cucina, poiché proviene dallo stesso sistema idraulico.

Di conseguenza, bere acqua dal rubinetto del bagno non sembra essere rischioso. Tuttavia, potrebbe non essere la migliore idea. Scopriamo perché.

LA QUALITÀ DELL’ACQUA CHE ARRIVA NELLE CASE ITALIANE
PERCHÉ PREFERIRE L’ACQUA DAL RUBINETTO DELLA CUCINA PIUTTOSTO CHE DEL BAGNO?

LA QUALITÀ DELL’ACQUA CHE ARRIVA NELLE CASE ITALIANE

L’acqua è un bene prezioso e quella di buona qualità lo è ancora di più. In Italia vengono prelevati volumi d’acqua destinati all’uso potabile per circa 10 miliardi di metri cubi all’anno: quasi l’80% delle risorse idriche provengono da falde sotterranee, il 18% sono di origine superficiale (laghi, fiumi e invasi) e la quota restante riguarda le acque marine o salmastre.

Per quanto concerne la qualità delle acque destinate al consumo umano, la Direttiva Europea 2020/2184 (anche conosciuta come Drinking Water Directive DWD) ha introdotto una serie di novità sostanziali e aggiornato le normative vigenti, sia dal punto di vista tecnico che politico-gestionale, a favore di una sempre maggiore protezione della salute delle persone e dell’ambiente.

Grazie, quindi, ai continui e rigorosi controlli analitici di parametri microbiologici, chimici, indicatori ed emergenti dell’acqua e ai trattamenti di potabilizzazione effettuati dai gestori dei servizi idrici municipali, tutta l’acqua che arriva nelle case italiane è idonea all’uso potabile e può essere utilizzata tranquillamente dalla popolazione.

Tuttavia, quando si parla di consumo umano, bisogna tenere a mente che l’acqua domestica potrebbe avere delle caratteristiche organolettiche poco gradevoli al palato, sebbene queste ultime non ne pregiudichino la qualità.

In questi casi, odore, sapore e colore dell’acqua possono essere migliorati attraverso un sistema di trattamento e affinaggio, che solitamente viene installato sopra o sotto lavello in cucina. Pertanto, se si ha la possibilità di bere dell’acqua più buona da quel rubinetto, perché non preferirla lasciando che quella del bagno venga impiegata per altri fini scopi?

PERCHÉ PREFERIRE L’ACQUA DAL RUBINETTO DELLA CUCINA PIUTTOSTO CHE DEL BAGNO?

Come detto, l’acqua del rubinetto di casa si può bere con tranquillità. Talvolta però, a causa dell’origine idrologica dell’acqua domestica, della presenza di cloro al suo interno o dello stato dell’impianto idrico domestico, l’acqua che fuoriesce dai rubinetti potrebbe presentare un gusto e sapore poco accattivanti.

Per esaltare le caratteristiche della risorsa idrica di acquedotto e renderla ancora più buona o personalizzarla, esiste una vasta gamma di sistemi di affinaggio dell’acqua potabile al POU (point of use) che si differenziano tra loro per forma, elementi filtranti e prestazioni.

Tali sistemi sono in grado di modificare le caratteristiche organolettiche dell’acqua di casa e aumentarne la gradevolezza al gusto combinandosi, in molti casi, con impianti di refrigerazione e gasatura.

È il caso, ad esempio, di:

  • Filtri a struttura composta, che vengono applicati al punto d’uso e sono impiegati per trattare l’acqua da bere. Questa tipologia di filtrazione migliora il gusto dell’acqua eliminando sapori sgradevoli e, allo stesso tempo, trattiene anche microparticelle e sostanze organiche.
  • Sistemi di frigogasatura, che possono essere installati facilmente sopra o sotto il lavello della cucina e sono usati per diminuire la temperatura dell’acqua e addizionarla con anidride carbonica. Inoltre, questi sistemi sono in grado di ridurre la crescita microbica.

Tuttavia, ricordiamo che prima di acquistare e installare un qualsiasi sistema di affinaggio dell’acqua è importante rivolgersi a professionisti del settore i quali, dopo un’attenta analisi dei valori idrici domestici, sapranno consigliare al cliente la soluzione più adeguata.

In conclusione, possiamo dire che l’acqua del bagno è buona e sicura come quella della cucina, ma dal momento che gli impianti di affinaggio dell’acqua domestica vengono installati solitamente in cucina, è consigliabile prediligere il consumo di quella trattata.

Lo sapevi che

Il 73%
degli Italiani

beve acqua
dal rubinetto

440litri
d’acqua consumata

al giorno da una
famiglia di 2 persone

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