Arsenico nell’acqua: quando e perché talvolta è presente

Arsenico nell’acqua: quando e perché talvolta è presente

arsenico nell acqua

Nel nostro Paese possiamo fare affidamento su un’acqua potabile di ottima qualità. I dati raccolti dal Ministero della Salute riportano che l’80,5% delle risorse idriche destinate al consumo umano provengono da falde sotterranee, sulle quali viene eseguito un esteso sistema di controlli da parte dei Gestori dei servizi idrici e delle Autorità Sanitarie Locali.

Allora per quale motivo, nelle acque distribuite dalla rete idrica, talvolta possono essere presenti concentrazioni significative di elementi potenzialmente dannosi per la salute, come l’arsenico?

Di seguito cercheremo di fare chiarezza su quando e perché possono esserci tracce di arsenico nell’acqua di casa, come scoprirlo e cosa fare per risolvere tale problematica.

COS’È L’ARSENICO E PERCHÈ POSSIAMO TROVARLO NELL’ACQUA POTABILE
ARSENICO, EFFETTI SULLA SALUTE E NORMATIVA VIGENTE
COSA FARE SE RISULTANO ALTI LIVELLI DI ARSENICO NELLA RISORSA IDRICA LOCALE?

COS’È L’ARSENICO E PERCHÈ POSSIAMO TROVARLO NELL’ACQUA POTABILE

L’arsenico è un elemento chimico molto diffuso in natura, incolore e inodore. Si tratta di un semimetallo presente nell’aria, nel suolo, nell’acqua e in molti tessuti animali e vegetali.

Tale sostanza esiste nell’ambiente in due forme: organica e inorganica.

La prima non è considerata pericolosa per la salute e se ne possono trovare tracce in alcuni cibi, quali pesci, crostacei e molluschi. La seconda, invece, risulta tossica (in dosi elevate può portare all’avvelenamento) e può essere contenuta nell’acqua, compresa quella destinata al consumo umano.

Le ragioni per cui l’arsenico inorganico può essere presente nell’acqua potabile sono principalmente tre:

  • Tipologia di sedimenti, suolo e rocce. Ad esempio, le acque sotterranee dei territori di origine vulcanica possono contenere naturalmente arsenico e contaminare le falde acquifere.
  • Deflussi industriali, come quelli derivati delle operazioni di purificazione dei gas o la combustione dei combustibili fossili.
  • Attività agricole che impiegano nella coltivazione del fondo insetticidi, pesticidi ed erbicidi.

Dunque, a seconda della conformazione morfologica e geologica del terreno e di eventuali condizioni di inquinamento localizzate, la concentrazione di arsenico presente nelle risorse idriche può variare da zona a zona.

ARSENICO, EFFETTI SULLA SALUTE E NORMATIVA VIGENTE

Prima di cedere ad allarmismi è bene sapere che l’arsenico inorganico, quando è ingerito in piccole quantità, può essere assorbito dall’organismo e trasformato in un composto organico che viene eliminato tramite le urine.

Tuttavia,come riportato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) questo diventa particolarmente pericoloso per la salute se assunto in dosi elevate e per lunghi periodi.

Pertanto la concentrazione massima di arsenico nell’acqua potabile è stata fissata a norma di legge entro i 10 μg/L, tramite la Direttiva UE 2020/2184 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano.

In linea generale tale direttiva, denominata Drinking Water Directive, stabilisce i requisiti minimi che le acque destinate al consumo umano devono rispettare e le attività di monitoraggio che devono essere effettuate per garantirne la sicurezza e salubrità.

Ci sono però circostanze particolari in cui i Gestori dell’acqua pubblica possono ottenere delle deroghe riguardanti i valori limite indicati per gli inquinanti nell’acqua destinata al consumo umano (compreso l’arsenico).

La richiesta dovrà essere motivata e prevedere un piano relativo all’azione correttiva da mettere in atto per riportare i valori entro quelli indicati dalla legge. Ogni deroga ha durata triennale e può essere richiesta per un massimo di tre volte.

COSA FARE SE RISULTANO ALTI LIVELLI DI ARSENICO NELLA RISORSA IDRICA LOCALE?

I Gestori dei servizi idrici devono fornire periodicamente le analisi dettagliate aggiornate dell’acqua che arriva nelle abitazioni dei cittadini. In caso di valori fuori norma, l’acquedotto è tenuto ad avvisare i consumatori indicando la non potabilità temporanea dell’acqua.

È infatti responsabilità del Gestore dell’acquedotto accertarsi che le acque destinate al consumo umano siano salubri e che la presenza di sostanze come l’arsenico rientrino nei limiti stabiliti dalla legge vigente. Il Gestore, in caso di necessità, dovrà inoltre provvedere all’installazione di impianti di potabilizzazione specifici per prevenire la contaminazione dell’acqua domestica.

Per un’ulteriore garanzia sulla salubrità dell’acqua di casa, esistono diversi sistemi di trattamento a uso domestico che permettono ai consumatori di affinare l’acqua del rubinetto, migliorandone ulteriormente la qualità e rimuovendo eventuali tracce di arsenico.

Tra questi, l’osmosi inversa è una delle tecnologie più usate per demineralizzare e affinare l’acqua di rete rimuovendo sostanze indesiderate, quali ad esempio nitrati, arsenico, pesticidi, solventi clorurati e metalli pesanti.

Se sei interessato a saperne di più sulla qualità dell’acqua domestica e sulle soluzioni per modificarne le caratteristiche organolettiche, consulta il sito di Aqua Italia, l’associazione costruttori di impianti di trattamento delle acque primarie parte di ANIMA Confindustria.

Lo sapevi che

Il 73%
degli Italiani

beve acqua
dal rubinetto

440litri
d’acqua consumata

al giorno da una
famiglia di 2 persone

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