Rischio Pfas nell’acqua: guida e precauzioni

Rischio Pfas nell’acqua: guida e precauzioni

Negli ultimi anni si è discusso ampiamente sulla presenza di sostanze chimiche – utilizzate in vari processi industriali – nell’ambiente e negli organismi viventi, e sui loro potenziali effetti sulla salute. In particolare, la possibile presenza di PFAS nell’acqua potabile è un tema che ha ricevuto molta attenzione.

In risposta a questa preoccupazione, la Direttiva Europea sull’acqua potabile e il Decreto Legislativo italiano hanno introdotto normative e linee guida per mitigare il rischio e garantire che l’acqua che arriva nelle case degli italiani sia di ottima qualità, nonché sicura per il consumo.

Scopriamo insieme i punti salienti di queste importanti regolamentazioni e le precauzioni prese  riguardo ai Pfas nell’acqua.

COSA SONO I PFAS?
ACQUA POTABILE E PFAS: NORMATIVA, OBIETTIVI E MISURE
INFORMAZIONE E TRASPARENZA SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE POTABILI

COSA SONO I PFAS?

I PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) sono composti chimici noti per la loro resistenza a grassi, acqua e alte temperature, caratteristiche che li rendono utili in varie applicazioni industriali e commerciali.

Tuttavia, la loro elevata resistenza chimica li rende poco biodegradabili. Inoltre, le tecniche di smaltimento attuali non sempre riescono a eliminarli completamente. Di conseguenza, esiste la possibilità che i PFAS e i loro derivati possano penetrare nel suolo e nelle falde acquifere.

Nonostante negli ultimi anni se ne sia ridotto l’impiego, tali composti sono ancora presenti in molti prodotti comuni come tessuti impermeabili, tappeti, contenitori per alimenti, cosmetici e pentole antiaderenti. Durante l’uso e lo smaltimento di questi prodotti, i PFAS possono essere rilasciati nell’ambiente. 

Queste motivazioni, unite alla crescente consapevolezza dei rischi associati ai PFAS per l’ambiente e la salute, hanno spinto i Governi a adottare un approccio integrato e progressivo. Questo approccio prevede normative sui limiti di utilizzo dei PFAS e regolamenti rigorosi per i controlli e i trattamenti delle acque, al fine di tutelare e garantire la qualità dell’acqua destinata al consumo umano.

ACQUA POTABILE E PFAS: NORMATIVA, OBIETTIVI E MISURE

La Direttiva 2020/2184 dell’Unione Europea stabilisce standard rigorosi per la qualità dell’acqua potabile, includendo limiti specifici per i PFAS. L’obiettivo principale è proprio quello di proteggere la salute umana e il benessere ambientale riducendo l’esposizione a contaminanti nocivi. Le principali misure includono:

  • Definizione di limiti massimi: la direttiva stabilisce un limite massimo di 0,1 µg/l per la somma totale di PFAS nell’acqua potabile. Questo valore rappresenta una soglia di sicurezza per la salute di tutti i consumatori.
  • Monitoraggio regolare: gli stati membri dell’UE sono tenuti a effettuare controlli regolari sulla qualità dell’acqua potabile, monitorando costantemente la presenza di PFAS. Le analisi devono essere condotte con metodi standardizzati per garantire risultati accurati e affidabili, permettendo di intervenire prontamente se necessario.
  • Misure correttive: in caso di superamento dei limiti stabiliti le autorità competenti devono adottare misure correttive immediate e informare tempestivamente i consumatori.

Uno dei punti cardine della direttiva è l’adozione di un approccio basato sulla valutazione del rischio, insieme a misure volte a migliorare l’accesso e la sicurezza qualitativa dell’acqua destinata al consumo umano.

In Italia, il Decreto Legislativo del 18 febbraio 2023 recepisce la Direttiva Europea, stabilendo norme specifiche per la gestione del rischio PFAS nell’acqua e confermando i limiti previsti dalla direttiva stessa. Questo provvedimento mira a garantire che la risorsa idrica pubblica sia di alta qualità e sicura per il consumo umano.

Inoltre, prevede un piano nazionale di monitoraggio con controlli periodici e sistematici su tutto il territorio, condotti sia dai gestori idrici sia dalle ASL e organizzati in base alle specifiche forniture. Ad esempio, un acquedotto che eroga quotidianamente tra 100 e 1000 m³ di acqua e serve circa 5000 abitanti deve essere sottoposto ad almeno cinque controlli annuali.

INFORMAZIONE E TRASPARENZA SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE POTABILI

L’efficienza degli impianti acquedottistici e i controlli rigorosi effettuati dagli enti preposti rappresentano il primo baluardo a difesa della qualità dell’acqua erogata e della salute pubblica. È importante sottolineare che la qualità delle acque italiane è riconosciuta in tutta Europa, riflettendo l’impegno del nostro Paese nel mantenere standard elevati.

I consumatori, a loro volta, possono comunque adottare misure quotidiane per migliorare ulteriormente la qualità della propria acqua: l’installazione di sistemi di trattamento al punto d’uso può non solo affinare le caratteristiche organolettiche dell’acqua del rubinetto ma può anche filtrare e rimuovere specifici inquinanti, se necessario.

In questo contesto, sarà essenziale affidarsi solo ad aziende del settore con esperienza e competenza, in grado di consigliare le soluzioni tecnologiche più appropriate per ogni esigenza (compresa la filtrazione di PFAS dall’acqua), come quelle rappresentate dall’Associazione Aqua Italia.

Lo sapevi che

Il 73%
degli Italiani

beve acqua
dal rubinetto

440litri
d’acqua consumata

al giorno da una
famiglia di 2 persone

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degli Italiani

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